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a nascita di un figlio porta con sé una gioia immensa, ma a volte anche sfide inaspettate. 

Tra queste, c'è un fenomeno di cui si parla ancora troppo poco: la depressione post partum.

Hai mai sentito parlare di questo termine e ti sei chiesto cosa significhi veramente? O forse stai vivendo delle emozioni che non riesci a spiegare e ti domandi se possa essere questo?

La depressione post partum è molto più comune di quanto si pensi. Colpisce circa 1 genitore su 7 e può manifestarsi sia nelle mamme che nei papà. Non è un segno di debolezza o di inadeguatezza come genitore, ma una condizione clinica che merita attenzione e cura.

Ma come si riconosce? Quali sono i sintomi? E soprattutto, cosa si può fare per superarla?

In questo articolo, esploreremo insieme cos'è la depressione post partum, perché si manifesta e come affrontarla. Scopriremo le differenze con il "baby blues", parleremo della sua versione tardiva e ti daremo consigli pratici su come gestirla, anche quando si torna al lavoro.

Ricorda, ogni percorso genitoriale è unico, proprio come lo è ogni bambino. Non esiste un approccio universale, ma insieme troveremo delle strategie che possono essere giuste per te. 

Sei pronto a fare questo viaggio con noi? Continua a leggere per scoprire di più!

1. Cos'è la depressione post partum

La depressione post partum (DPP) è un disturbo dell'umore che può colpire le neomamme (e in alcuni casi anche i nuovi padri) nelle settimane o nei mesi successivi al parto. 

Si tratta di una condizione clinica seria che va oltre il normale adattamento alla genitorialità e può avere un impatto significativo sul benessere della madre, del bambino e dell'intera famiglia.

Ma quante donne ne sono effettivamente colpite? Le cifre potrebbero sorprenderti.

Secondo uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista JAMA Psychiatry nel 2013, la depressione post partum colpisce circa il 10-15% delle donne nei paesi sviluppati [1.1]. Questo significa che su 100 neomamme, da 10 a 15 potrebbero sperimentare questa condizione.

Ora che abbiamo esplorato cos’è, vediamo insieme quali sono i sintomi da tenere d'occhio.

2. Sintomi della depressione post partum

Ma quali sono questi sintomi? Immagina di essere su un'altalena emotiva: un momento ti senti bene, quello dopo sei sopraffatto da sentimenti negativi [2.1].

Ecco alcuni segnali a cui prestare attenzione:

  • Tristezza persistente. Ti senti giù di morale per la maggior parte del tempo, senza un motivo apparente?
  • Ansia e preoccupazione eccessiva. Ti ritrovi costantemente in ansia per il tuo bambino, anche quando tutto va bene?
  • Senso di inadeguatezza. Hai la sensazione di non essere all'altezza come genitore, nonostante tu stia facendo del tuo meglio?
  • Difficoltà a creare un legame. Fai fatica a sentirti connesso emotivamente con il tuo bambino?
  • Cambiamenti nel sonno e nell'appetito. Dormi troppo o troppo poco? Mangi più o meno del solito?
  • Pensieri negativi ricorrenti. Ti ritrovi spesso a pensare che sarebbe stato meglio non diventare genitore?

Ricorda, avere uno o più di questi sintomi non significa automaticamente che tu abbia la depressione post partum. 

Tuttavia, se ti riconosci in queste descrizioni e questi sentimenti persistono per più di due settimane, potrebbe essere il momento di parlarne con un professionista.

La buona notizia? Riconoscere questi sintomi è già un grande passo avanti. 

Nel resto dell'articolo, esploreremo insieme cosa fare se ti ritrovi in questa situazione e come puoi iniziare a sentirti meglio.

3. Quando si manifesta, quanto dura e perché viene la depressione post parto

Ci dedichiamo ora ad approfondire il momento in cui inizia a farsi notare la depressione post-partum, quanto dura e perché si manifesta!

Quando si manifesta la depressione post partum?

Contrariamente a quanto si possa pensare, la depressione post partum non ha un "momento preciso" in cui si manifesta. Secondo uno studio del 2014, i sintomi possono comparire in qualsiasi momento durante il primo anno dopo il parto [3.1].

Solitamente, la maggior parte dei casi si manifesta nelle prime settimane o mesi dopo la nascita del bambino. Una ricerca ha evidenziato che:

- il 19,2% delle donne sperimenta un episodio depressivo nei primi tre mesi dopo il parto;

- la prevalenza aumenta al 21,9% nel periodo dal quarto al settimo mese post-partum [3.2].

Tuttavia, un aspetto spesso trascurato è la possibilità di una "depressione post partum tardiva". Uno studio ha evidenziato che alcune donne possono sviluppare sintomi depressivi anche 6-12 mesi dopo il parto [3.3]. Questo ci ricorda l'importanza di rimanere vigili sul proprio benessere emotivo ben oltre i primi mesi di maternità.

È interessante notare, anche, che alcuni studi hanno rilevato l'insorgenza di sintomi depressivi già durante la gravidanza. Questo ci ricorda l'importanza di prestare attenzione al benessere emotivo delle donne non solo dopo, ma anche prima del parto.

Quanto dura?

La durata della depressione post partum può variare significativamente da persona a persona. Secondo una meta-analisi, in assenza di trattamento:

- circa il 30% delle donne con DPP continua a manifestare sintomi depressivi fino a un anno dopo il parto;

- il 50% delle donne con DPP grave può continuare a soffrire di depressione anche oltre il primo anno [3.4].

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che con un trattamento adeguato, molte donne vedono un miglioramento significativo dei sintomi in un periodo che va da alcune settimane a pochi mesi.

Perché avviene la depressione post parto?

Ma come mai, in un momento che dovrebbe essere di pura gioia, alcuni genitori si ritrovano a lottare con sentimenti così difficili? Le ragioni sono complesse e spesso interconnesse fra loro. Proviamo a scoprirle insieme [3.1].

1. Cambiamenti ormonali. Dopo il parto, i livelli di estrogeni e progesterone crollano rapidamente. Questo sbalzo ormonale può influenzare l'umore e contribuire all'insorgenza della depressione.

2. Stanchezza e privazione del sonno. Le notti insonni e la fatica costante possono mettere a dura prova il tuo equilibrio emotivo.

3. Pressioni sociali e aspettative. La società spesso dipinge la genitorialità come un'esperienza sempre felice. Quando la realtà non corrisponde a questa immagine idealizzata, potresti sentirti inadeguato o in colpa.

4. Cambiamenti nell'identità.  Diventare genitore è un cambiamento di vita enorme. Potresti sentirti sopraffatto dal nuovo ruolo e dalla perdita della tua "vecchia" identità.

5. Predisposizione genetica. Se hai una storia familiare di depressione o hai sofferto di depressione in passato, potresti essere più a rischio.

6. Stress e cambiamenti nella relazione di coppia. L'arrivo di un bambino può mettere alla prova anche la relazione più solida, aggiungendo ulteriore stress.

Capire queste cause può aiutarti a non sentirti in colpa per ciò che provi. Ricorda, la depressione post partum non è una tua scelta o una tua debolezza.

Riconoscere di avere bisogno di aiuto è il primo grande passo fondamentale per superare questo disturbo. 

4. Baby blues e depressione post partum: qual è la differenza?

Se la diagnosi di depressione post-partum può essere fatta almeno 4 settimane dopo il parto, in un periodo precedente può manifestarsi un altro disturbo, più breve e transitorio: il baby blues.

Il baby blues, noto anche come "maternity blues" o "postpartum blues", è un fenomeno molto comune che colpisce fino all'80% delle neomamme [4.1]. Si tratta di un breve periodo di sbalzi d'umore che si verifica nei primi giorni dopo il parto.

Sintomi tipici del baby blues includono:

- cambi d'umore improvvisi

- irritabilità

- ansia

- difficoltà a dormire

- pianto facile

La buona notizia? Il baby blues di solito scompare da solo entro due settimane dal parto, senza necessità di trattamenti specifici.

Qual è la differenza tra baby blues e la depressione post partum?

La principale differenza tra baby blues e depressione post partum sta nella durata e nell'intensità dei sintomi. Ecco un confronto rapido:

1. Durata

   - Baby blues: 3-14 giorni dopo il parto

   - Depressione post partum: può iniziare in qualsiasi momento nel primo anno e durare mesi se non trattata

2. Intensità

   - Baby blues: sintomi lievi che non interferiscono significativamente con la vita quotidiana

   - Depressione post partum: sintomi più intensi che possono compromettere la capacità di prendersi cura di sé e del bambino

3. Impatto

   - Baby blues: non richiede trattamento medico

   - Depressione post partum: richiede spesso l'intervento di un professionista

Uno studio ha evidenziato che mentre il baby blues colpisce fino al 76% delle neomamme, “solo” il 20% di queste donne sviluppa una vera e propria depressione post partum [4.3][4.2].

È importante notare che il baby blues può essere un fattore di rischio per lo sviluppo della depressione post partum. Se i sintomi del baby blues persistono oltre le due settimane o peggiorano, potrebbe essere un segnale di depressione post partum in via di sviluppo.

Quando preoccuparsi?

Se ti riconosci in uno o più di questi segnali, potrebbe essere il momento di parlare con un professionista:

- i sintomi durano più di due settimane;

- ti senti sopraffatta e incapace di prenderti cura di te stessa o del tuo bambino;

- hai pensieri di fare del male a te stessa o al tuo bambino;

- ti senti disconnessa o indifferente verso il tuo bambino.

Ricorda, chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di forza e amore per te stessa e per il tuo bambino. La depressione post partum è trattabile e più precocemente si interviene, migliori sono i risultati.

5. Come uscire dalla depressione post-partum: strategie, consigli e supporto professionale

Stai lottando con la depressione post-partum e ti chiedi se ci sia una via d'uscita? La buona notizia è che sì, c'è! 

Con il giusto supporto e alcune strategie mirate, è possibile superare questo momento difficile [5.1].

Vediamo insieme alcuni aspetti importanti per affrontare questa situazione delicata.

A chi rivolgersi

Il primo passo fondamentale è chiedere aiuto. Non sei sola in questo percorso, e ci sono professionisti, come medici, psicoterapeuti o psichiatri, pronti a sostenerti:

1. Il tuo medico di base. Può fare una prima valutazione e indirizzarti verso specialisti se necessario.

2. Psichiatra o psicoterapeuta specializzato in salute mentale perinatale. Questi professionisti hanno una formazione specifica per trattare la depressione post-partum.

3. Consultori familiari. Offrono spesso servizi di supporto per neomamme, inclusi gruppi di sostegno.

4. Associazioni specializzate. In Italia, associazioni come "Mammachemamme” offrono supporto e risorse.

Strategie e consigli per lo stile di vita

Oltre al supporto professionale, ci sono diverse strategie che puoi adottare nella tua vita quotidiana:

1. Riposa quando puoi. Il sonno è fondamentale. Approfitta dei momenti di riposo del bambino per riposare anche tu o chiedi ad un’altra figura di accudire il bambino perché hai necessità di dormire.

2. Alimentazione equilibrata. Una dieta sana può avere un impatto positivo sull'umore. Uno studio ha evidenziato una correlazione tra dieta e rischio di depressione post-partum [5.2].

3. Attività fisica leggera. Anche una breve passeggiata quotidiana può fare la differenza. L'esercizio fisico stimola il rilascio di endorfine, i nostri "ormoni del benessere".

4. Mindfulness e meditazione. Tecniche che rimandano al qui ed ora, ad osservare le proprie emozioni ed a lasciarle andare, possono aiutare a gestire lo stress. Un'analisi ha mostrato effetti positivi della mindfulness sulla depressione post-partum [5.3].

5. Connettiti con altri genitori. Condividere le tue esperienze può farti sentire meno isolata. Cerca gruppi di sostegno nella tua zona o online.

6. Fai piccole pause per te stessa. Anche solo 15 minuti al giorno dedicati a qualcosa che ti piace possono fare la differenza.

Altri consigli utili 

Questi consigli non sostituiscono il trattamento professionale, ma possono essere utili aiuti complementari da mettere in pratica per trovare sollievo.

1. Tieni un diario. Scrivere i tuoi pensieri può aiutarti a elaborarli meglio. Uno studio ha dimostrato che la scrittura espressiva può ridurre i sintomi depressivi nelle neomamme [5.4].

2. Aromaterapia. Alcuni oli essenziali come quello della lavanda, bergamotto e rosa, possono avere effetti calmanti e benefici. Una revisione sistematica molto interessante ha evidenziato potenziali benefici dell'aromaterapia nel ridurre i sintomi della depressione post-partum [5.5].

3. Tecniche di respirazione. Respiri profondi e controllati possono aiutare a gestire l'ansia del momento. Le tecniche di respirazione profonda possono ridurre significativamente l'ansia e la depressione nelle donne nel periodo post-partum [5.5].

4. Stabilisci una routine. Una giornata strutturata, con alcuni momenti pensati per il tuo benessere, può darti un senso di controllo e prevedibilità. Ad esempio, l'esposizione alla luce solare può avere effetti benefici sui sintomi della depressione post-partum, quindi puoi includere una breve passeggiata all’aperto se possibile [5.6].

Ricorda, non devi provare vergogna nel chiedere aiuto. La depressione post-partum è una condizione medica, non un fallimento personale. Con il giusto supporto e un po' di pazienza, è possibile superarla e godere appieno della gioia della maternità.

6. Prevenzione della depressione post-partum

La prevenzione è sempre un passo importante da tenere in considerazione! Si inizia prima che si verifichi il problema, dandoci numerosi vantaggi!

Ma come si può prevenire la depressione post-partum? C’è qualche scelta che possiamo compiere per prevenire o riconoscere il prima possibile questo disturbo? Scopriamolo insieme.

Diversi studi hanno evidenziato strategie efficaci per ridurre il rischio di depressione post-partum:

1. Preparazione prenatale. I programmi di educazione prenatale possono ridurre significativamente il rischio di depressione post-partum [6.1]. Se il corso di accompagnamento alla nascita proposto nella vostra zona non vi soddisfa, non fermatevi, cercate e formatevi invece finchè non vi sentite adeguatamente accompagnati come coppia.

2. Supporto sociale. La ricerca indica che un forte sistema di supporto sociale può fungere da fattore protettivo contro la depressione post-partum. Studi confermano l'importanza del supporto del partner e della famiglia [6.2].

3. Attività fisica durante la gravidanza. L'esercizio fisico regolare durante la gravidanza può ridurre il rischio di depressione post-partum. Esiste una correlazione tra attività fisica prenatale e riduzione dei sintomi depressivi post-partum [6.3].

4. Sonno adeguato. Cercare di ottenere un sonno di qualità, soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza, può ridurre il rischio di depressione post-partum [6.4].

5. Screening precoce. L'identificazione precoce dei fattori di rischio può permettere interventi tempestivi. L’American College of Obstetricians and Gynecologists raccomanda lo screening per la depressione durante la gravidanza e nel periodo post-partum [6.5].

Ricorda, ogni esperienza di maternità è unica. Ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un'altra. L'importante è essere gentili con se stessi e chiedere aiuto quando necessario.

7. Depressione post partum e lavoro: gestire il rientro e sfruttare il congedo

Un altro aspetto pratico che viene preso poco in considerazione, riguarda i diritti che si hanno e il rientro al lavoro, mentre si ha questo disturbo in corso. 

Il ritorno al lavoro dopo la nascita di un figlio può essere, infatti, una sfida, soprattutto se si sta affrontando la depressione post partum. 

Vediamo come gestire questa transizione e come sfruttare al meglio il periodo di congedo.

Il rientro al lavoro può essere fonte di stress aggiuntivo per le neomamme che soffrono di depressione post partum. Uno studio ha evidenziato che:

- il supporto sul posto di lavoro è fondamentale per ridurre i sintomi depressivi [7.1];

- la flessibilità negli orari può aiutare a gestire meglio lo stress del rientro.

Consigli per gestire il rientro al lavoro:

  • Comunicazione aperta. Se ti senti a tuo agio, parlane con il tuo datore di lavoro o l'ufficio risorse umane. Potrebbero offrire supporto o accomodamenti.
  • Rientro graduale. Se possibile, considera un rientro part-time iniziale per adattarti gradualmente.
  • Stabilisci priorità. Concentrati sulle attività più importanti e non esitare a delegare quando necessario.
  • Mantieni i contatti. Resta in contatto con colleghi fidati durante il congedo per facilitare il rientro.

Sfruttare al meglio il congedo di maternità

Il congedo di maternità è un diritto prezioso, che va sfruttato al meglio.  

Ecco come può essere usato al meglio:

  • Riposo e recupero - Usa le prime settimane per riprenderti fisicamente dal parto, per ascoltare profondamente e sinceramente i tuoi bisogni.
  • Costruisci una routine - Stabilisci gradualmente una routine che includa momenti per te stessa, che ti ricaricano e ti fanno sentire bene.
  • Informati - Approfitta del tempo per leggere e informarti sulla genitorialità e lo sviluppo del bambino.
  • Socializza - Cerca gruppi di supporto per neogenitori nella tua zona. I corsi nel periodo prenatale sono fondamentali, ma lo sono anche quelli nel periodo post-natale, di cui spesso ci si dimentica.
  • Pianifica il rientro - Verso la fine del congedo, inizia a pianificare il tuo ritorno al lavoro.

Uno studio ha dimostrato che un congedo di maternità più lungo è associato a una riduzione dei sintomi depressivi [2]. Non in tutti i casi dev’essere per forza così, ma ogni donna dovrebbe provare ad ascoltarsi e capire le proprie personali necessità per sentirsi bene.

Congedo di maternità in Italia: cosa prevede la legge

In Italia, la legge prevede diverse tutele per le lavoratrici madri. Scopriamole assieme.

  1. Congedo di maternità obbligatorio.

Si tratta di 5 mesi, generalmente suddivisi in 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo. È possibile optare per il congedo flessibile (1 mese prima e 4 dopo) [3].

  1. Indennità. 

Durante il congedo obbligatorio, la lavoratrice riceve un'indennità pari all'80% della retribuzione media giornaliera [4].

  1. Congedo parentale. 

Dopo il congedo obbligatorio, entrambi i genitori possono usufruire di un periodo di congedo parentale fino ai 12 anni del bambino, per un massimo di 10 mesi totali (11 se il padre ne utilizza almeno 3 mesi) [5].

  1. Riposi giornalieri. 

Fino al primo anno di vita del bambino, la madre ha diritto a 2 ore di riposo giornaliero se l'orario di lavoro è pari o superiore a 6 ore [6].

  1. Divieto di licenziamento. 

La legge vieta il licenziamento della lavoratrice dall'inizio della gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino [7].

Ricorda, questi sono i diritti minimi garantiti dalla legge. Alcune aziende o contratti collettivi possono offrire condizioni più favorevoli.

8. Libri consigliati sulla depressione post partum

Per approfondire la tua conoscenza sulla depressione post partum, sia che tu sia un genitore che un professionista, ecco una selezione di libri che possono essere utili.

  1. “Quando le madri non sono felici. La depressione post-partum” di Massimo Ammaniti, Silvia Cimino, e al. 2009

Il libro offre un inquadramento sistematico ed esaustivo delle problematiche cliniche relative alla depressione con insorgenza nelle prime settimane dopo il parto, della varietà dei percorsi interpretativi e delle necessarie strategie di supporto.

  1.  "Mamme Tristi - Vincere la depressione post parto" di Daniela Leveni, Pierluigi Morosini, e al. 2009

 Un testo che esplora in profondità la depressione post partum, offrendo sia una panoramica scientifica che consigli pratici per superarla.

  1. “Depressione post partum: guida base, trattamenti e test” di Giada Giorgetti. 2021

Questa guida può aiutarti a prendere consapevolezza di quello che ti sta succedendo e ti dà un'idea di quello che sono i pericoli che può incorrere una mamma dopo la nascita di un bambino, così da poter iniziare subito un trattamento adeguato. Inoltre è presente anche un test per la depressione post partum che può aiutare a capire se è il caso o meno di chiedere aiuto.

Ricorda che mentre questi libri possono fornire informazioni preziose, non sostituiscono il consiglio di un professionista sanitario. Se sospetti di soffrire di depressione post partum, è sempre meglio consultare un medico o uno psicologo specializzato.

9. Conclusione

Eccoci arrivati alla fine di questo viaggio all’interno di un disturbo che non va sottovalutato. 

Abbiamo compreso cos’è la depressione post-partum e la differenza con il baby blues, un altro disturbo molto più frequente tra le neomamme e transitorio rispetto alla depressione.

Abbiamo approfondito alcune strategie che puoi mettere in pratica nella tua quotidianità di tutti i giorni, per alleviare o risolvere questa problematica. 

Non da meno sono gli aspetti della prevenzione, da tenere in considerazione per ridurre il rischio di sviluppare la depressione post-partum. 

Ricorda, la depressione post partum non è una tua colpa e non definisce la tua capacità come genitore. 

Con il giusto supporto e trattamento, è possibile superarla e godere pienamente della gioia della maternità. 

Non esitare a chiedere aiuto: il tuo benessere è fondamentale per te e per il tuo bambino!

Bibliografia

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[7.3] Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, art. 16

[7.4] Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, art. 22

[7.5] Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, art. 32, modificato dal D.Lgs. 80/2015

[7.6] Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, art. 39

7.[7] Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, art. 54

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